Cenni Storici sul Corallo

Sull’origine del nome corallo ci sono molti dubbi, secondo alcuni deriva dalla parola Greca “koraillon“ che significa scheletro duro, secondo altri invece la parola deriverebbe dall' Ebraico “Goral”, il nome cioè per le pietre utilizzate per l'oracolo, in Palestina, Asia minore e nel Mediterraneo.
In quanto all’ origine del corallo, invece, la mitologia Greca attribuiva la sua nascita a quando Perseo recise la testa di Medusa il cui sangue, sgorgato nelle acque del mare, tinse di rosso alcune  piante marine pietrificandole e dando origine al corallo.
Nel susseguirsi dei secoli numerosi scienziati naturalisti, collocarono il corallo prima tra i minerali e poi tra i vegetali, fu solo nel XVII secolo che l' alchimista e astrologo napoletano Filippo Finella affermò che in realtà il corallo era un animale, teoria ripresa anche da Filippo Cavolini, docente dell' Università di Napoli, il quale aveva pubblicato nel 1683 le sue " Memorie per servire alla storia dei polipi marini", successivamente,  nel 1723, con uno studio del francese Jean Antoine Peyssonnel si comprese che in realtà quello che sembrava un fiore, altro non era che un polipo i cui tentacoli si protraggono verso l' esterno della cella, e la colonia di polipi (o polipaio) che ne deriva forma il corallo, purtroppo però la comunità scientifica derise queste teorie che furono accettate solo dopo lo studio svolto da un' apposita commissione costituita dall' Académie Royale Des Sciences la quale riconobbe il giusto merito alla ricerca.

Non si conosce con esattezza da quanto tempo questo materiale viene utilizzato dall’ uomo ma nel corso di alcuni scavi archeologici che hanno riportato alla luce resti di un’ antichissima civiltà vissuta più di 35.000 anni fa, sono stati rinvenuti grossi globi di corallo forati che con tutta probabilità venivano utilizzati come amuleti già in quell’ epoca.
Nel corso della storia, oltre all’ utilizzo in gioielleria, il corallo, è stato usato nella maniera più svariata: 5.000 anni fa, in Asia, veniva adottato come moneta di scambio; presso molte antiche culture veniva utilizzato come Talismano per allontanare gli spiriti maligni.
Nella grotta dei Piccioni in provincia di Chieti, tra sepolture neolitiche è stato ritrovato un idoletto di corallo rosso al quale gli studiosi attribuirono un uso esoterico.
Annoverato tra le gemme preziose da tutte le grandi civiltà, fu molto apprezzata dai Sumeri, Egizi, Fenici, e persino dai Celti che avevano un vero e proprio culto per il corallo con il quale adornavano gli elmi e le fibule.
In Siria durante uno scavo venne rinvenuto l’inventario del cosiddetto “tesoro della Dea” nel quale erano annotate decine di monili con corallo risalenti all’età ellenica.
Anche i Greci e i Romani furono grandi estimatori di oggetti in corallo tra i quali prese sempre più importanza l’incisione che conferiva all’oggetto un grado di opera d’arte a sé stante.
Oggi, come nell’antichità, questo materiale viene apprezzato anche per i suoi effetti positivi, si pensa infatti che allontani le paure e le tensioni ed incoraggi a vivere insieme in modo positivo, che abbia un potere protettivo e rinvigorente ed è per questo che anticamente se ne faceva dono ai bambini.
Ci sono numerosi impieghi del corallo anche nella medicina soprattutto orientale e nell’industria della cosmesi, oltre al campo dell’arredamento, dell’abbigliamento e del collezionismo.
In epoca recente le città dove veniva praticata una diffusissima lavorazione del corallo furono Marsiglia, Napoli, Trapani, Genova, Livorno.
Fu verso l' inizio del XIX secolo che il marsigliese Paolo Bartolomeo Martin impiantò la prima grande fabbrica grazie alla quale si diffuse la lavorazione nella città di Torre del Greco, nella quale precedentemente era praticata solo la pesca.